Chi era Moshe Feldenkrais

Moshe Feldenkrais era un fisico, ingegnere israeliano, uno scienziato (1904-1984).
Nato a Slavuta e trasferitosi giovanissimo in Palestina iniziò a lavorare insegnando ad un ragazzo con difficoltà nell’apprendimento. Inventò tecniche di combattimento e di autodifesa e si trasferì a Parigi per studiare alla Sorbona dove incontrò Gigoro Kano, inventore del Judo che gli insegnò questa tecnica di combattimento e Feldenkrais divenne la prima cintura nera in Europa.

A Parigi egli iniziò a lavorare nel laboratorio di Joliot-Curie (premi Nobel per la chimica e la sintesi degli elementi radioattivi). Una lesione al ginocchio lo stimolò a riflettere per autocurarsi e costretto all’immobilità esplorò i minimi movimenti che riusciva a compiere finché non tornò a camminare.
Moshe Feldenkrais iniziò ad insegnare il suo Metodo che inventò basandosi sull’auto esplorazione dei movimenti e su vari studi di: anatomia, chinesiologia e fisiologia ma anche sulle sue competenze di ingegneria, meccanica, fisica e del Judo inventando e sviluppando per quarant’anni un profondo metodo di affinamento e miglioramento delle funzioni umane.

Il suo metodo basato sulla relazione psicosomatica spirito-corpo-ambiente è divenuto famoso nel 1949 con la pubblicazione del libro Il corpo e il comportamento maturo ed è oggi praticato in tutto il mondo.
Moshe come Ida Rolf, F. Matthias Alexander, Henrigh Jacoby e altri, ha avuto come principale interesse il movimento dell’ uomo esplorandone le sue modalità al fine di migliorare la vita delle persone stesse.

Feldenkrais ha saputo collegare le scoperte di Ivan Pavlov, le teorie di Freud, le conoscenze dell’etologia, della biologia, della psicofisica, della fisiologia e le conoscenze sulla postura, le tecniche corporee orientali e le arti marziali, le applicazioni delle nozioni di fisica e ingegneria alla struttura umana.
Questa grande capacità di sintesi gli ha permesso di sviluppare un metodo che spicca rispetto alle varie teorie corporee sviluppatesi negli ultimi anni.

(Parte del testo è tratto dal libro “Motricità consapevole con i bambini” di Claudia Poggia, edizioni Erickson)